“Sul Limite” è la lettera pastorale 2025 di mons. Domenico Pompili vescovo di Verona. Il limite viene inteso non come condanna, ma vocazione e propone una “pedagogia dell’imperfezione” che riconosce nella fragilità la condizione in cui la grazia può manifestarsi più autenticamente. Monsignor Pompili traduce la riflessione teorica in proposte pastorali concrete, delineando una “ministerialità del limite” che valorizza l’esperienza di chi ha attraversato fragilità traendone risorse per accompagnare altre vite. Sul piano strutturale, si prospettano nuove forme comunitarie: parrocchie organizzate in rete, “comunità matrici” che sostengono territori più ampi, case di spiritualità che integrano contemplazione e diaconia». La Lettera propone inoltre la “conversazione spirituale”, già sperimentata nel Cammino Sinodale della Chiesa italiana, come strumento permanente di discernimento comunitario per trasformare i conflitti in opportunità di crescita.
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Il testo ripercorre la vita di fratel Luc, trappista, medico e martire. Figura chiave della comunità dei monaci di Tibhirine, fu ucciso nel 1996 dai rapitori islamisti durante la guerra civile algerina. Per cinquant’anni ha curato e aiutato la popolazione locale nel suo dispensario, diventando punto di riferimento per cristiani e musulmani. La sua vita racconta una fede vissuta in semplicità e coraggio. Una testimonianza di speranza cristiana anche per oggi.
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Francesco Patton, francescano, dalla primavera del 2016 Custode di Terra Santa, ha iniziato una missione che ha cambiato radicalmente il corso dei suoi giorni. E che merita di essere raccontata, poiche´ aiuta a conoscere dettagli della vita in quella terra che spesso rimangono nascosti. Perche´ la Terra Santa non si puo` mai dire di conoscerla abbastanza. E perche´ il cammino lungo quelle pietre rimane una delle esperienze spirituali piu` potenti che un cristiano possa compiere. Roberto Cetera, inviato in Medio Oriente per l’Osservatore Romano, in questo intenso dialogo con il Custode ripercorre gli anni del suo lungo mandato. Anni segnati da eventi importanti, talora tragici, che nel suo ruolo Patton ha saputo affrontare con dedizione e coraggio, senza perdere l’umilta` che lo ha sempre contraddistinto. Ne scaturisce un ritratto autorevole della realta` mediorientale, fatta di controversie sociali, conflitti e rivalita` interreligiose, ma anche di passione e tanta speranza. Perche´ dopotutto la Terra Santa non e` una terra qualunque: c’e` un magnetismo in quelle pietre, che la ragione non riesce a comprendere, e che ha segnato un punto di svolta nella vita di molti. Prefazione di Papa Francesco Introduzione di Massimo Fusarelli, Ministro generale dei Frati Minori.
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Il volume si presenta come uno strumento di natura teologico-pastorale ed evidenzia un accostamento “sistematico” tra missione e sinodalità, particolarmente significativo nell’attuale contesto ecclesiale.
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Mai come oggi le guerre occupano il nostro presente. È urgente rilanciare il pensiero e il movimento pacifista. Nel dibattito pubblico e tra i nostri simili. Quest’antologia contro la guerra raccoglie teorie, pratiche e testimonianze del pacifismo, dell’obiezione di coscienza e della disobbedienza civile. Testi filosofici, religiosi e giuridici, insieme a narrazioni e poesie di uomini e donne in diverse epoche e culture.
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L’autore prendendo in esame la “Chiesa locale” crea un filo conduttore solido sui diversi temi ecclesiologici. I primi due capitoli realizzano un’indagine storica-teologica per quanto riguarda la dimensione locale della Chiesa. Il terzo e il quarto capitolo si prefiggono l’obiettivo di presentare la teologia della sinodalità e il legame costitutivo tra quest’ultima e la Chiesa locale; un binomio dal qual emergono nuove prospettive.
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Quella delle persone afrodiscendenti con l’America Latina è una relazione carnale, costruita sui loro corpi e con i loro corpi, templi di resistenza immolati alla causa della libertà. Se per le popolazioni indigene parliamo di lotta per la sopravvivenza, nel caso delle comunità afrodiscendenti si aggiunge l’elemento di insorgenza e ribellione che ha caratterizzato il lungo cammino per la conquista del riconoscimento come esseri umani prima e come attori sociali e politici poi. La questione di chi sono e come vivono le persone che discendono da coloro che vennero portati in catene nel Nuovo Mondo non è nuova ma resta comunque irrisolta. In questo compendio, lungi dal voler parlare per conto di o realizzare la pratica dell’estrattivismo epistemico (inerente per lo più alle conoscenze ancestrali delle popolazioni indigene) Diego Battistessa ci fa conoscere una Storia diversa, una narrazione differente, un cammino fatto di luci ed ombre, che le persone afrodiscendenti hanno camminato e camminano da protagoniste in America Latina e nei Caraibi.
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La superficie del nostro pianeta è segnata da innumerevoli confini. Alcuni sono naturali, altri sono legati all’opera dell’uomo, marcati da frontiere, muri e barriere. Accanto a questi, ne esistono molti altri che sono meno scontati e tanto sottili da risultare quasi invisibili. Sono quelle linee che separano, dividono, porzioni del nostro mondo a vari fini: dividono popoli, custodiscono identità e culture, sono capaci di generare tensioni e conflitti anche molto gravi. Il geografo Maxim Samson esplora trenta di queste linee invisibili: dalle correnti artiche o la ‘cintura della malaria’ a quelle che abbiamo segnato per circoscrivere gli effetti delle nostre azioni, come la ‘zona rossa’ di Černobyl o i cordoni sanitari del Covid. O ancora: le linee utilizzate per reclamare territori contesi, come quelle nella ex Jugoslavia o tra le gang di Los Angeles, o quelle che servono a definire e difendere le diverse identità, come il Bosforo, gli Urali o la ‘Bible Belt’. Queste linee compaiono raramente sulle nostre mappe fisiche e politiche, ma sono ugualmente rilevantissime in qualche parte del mondo perché segnano un qualche tipo di divisione tra un ‘noi’ e un ‘loro’. Questo libro è una guida per osservare e comprendere il nostro pianeta in tutta la sua consistenza e in tutto il suo disordine.
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La Chiesa cattolica, per scelta di Gesù, è nata come missionaria e si è sviluppata nella forza della missione. Gli apostoli compresero la scelta di Gesù e andarono in missione. Papa Francesco sogna che torni il vigore della missione, cioè che tutti gli agenti pastorali abbiano un atteggiamento costante di “uscita”, affinché le persone, finora lontane dalla comunità, abbiano la possibilità di condividere l’amicizia con Gesù. Dobbiamo andarcene, ma quale metodo dovremmo usare nel processo di uscita? Come uscirne? In questo lavoro si propone una metodologia che ci aiuta a realizzare il mandato di Gesù di evangelizzare e a realizzare il sogno di Papa Francesco di trasformare la comunità parrocchiale in una comunità missionaria, perché sappiamo che «Dio ha voluto stabilire nella città la sua dimora» (cfr Sal 47,9).
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Lo spirito di un luogo è fatto dalle persone che lo abitano, dalle storie che si intersecano nelle sue strade. E questo vale in modo particolare per la Palestina, custode di passaggi storici epocali e teatro di una delle più dolorose pagine di storia contemporanea. Francesca Albanese, la Relatrice speciale ONU sul territorio palestinese occupato, una delle persone più competenti e autorevoli sullo status giuridico e sulla situazione dei palestinesi – amata (o odiata) in tutto il mondo per l’integrità e la passione con cui si batte in favore dei diritti di un popolo troppo a lungo vessato – qui ci offre storie che intrecciano informazioni, riflessioni, emozioni e vicende intime. Un viaggio scandito da dieci persone che hanno accompagnato Francesca a comprendere storia, presente e futuro della Palestina. Hind Rajab, morta a sei anni sotto le bombe che hanno distrutto Gaza, ci apre gli occhi su cosa significhi essere bambini in un Paese dove i bambini non hanno un nido che li protegga e che rispetti le loro radici. Abu Hassan ci guida tra i luoghi di fatica e sofferenza ai margini di Gerusalemme; e George, amico stretto, di Gerusalemme ci mostra meraviglia e insensatezze. Alon Confino, grande studioso dell’olocausto, ci aiuta a comprendere i contrasti che possono albergare nel cuore di un ebreo che vede l’apartheid e ne vuole la fine. Ghassan Abu-Sittah, chirurgo arrivato da Londra per entrare nel vivo dell’orrore più inimmaginabile, ci racconta ciò che ha visto; e Malak Mattar, giovane artista che ha fatto il percorso inverso, condivide la storia di chi ha dovuto lasciare Gaza per potersi esprimere o per sopravvivere. E poi Ingrid Jaradat Gassner, Eyal Weizman, Gabor Maté – fino a una delle persone più vicine a Francesca nella vita, così come nella ricerca di una consapevolezza capace di tradursi in azione. Dieci storie che si legano alle vite di molte altre, ponendoci le domande a cui è doveroso dare risposta: quali sono le conseguenze dell’occupazione? Dov’è la casa di una persona rifugiata? In che condizioni vive il popolo palestinese? Fino a che punto può arrivare la crudeltà di un genocidio? Domande a cui non possiamo sottrarci, legate a personaggi e luoghi che ci permettono di capire cosa è stata la Palestina fino al 7 ottobre 2023 e cosa è adesso.
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